Siamo diventati tutti immagine, abbiamo messo da parte i corpi, ci vediamo nei rettangoli generati dalle webcam.
Proiettati in una realtà che non viviamo dal collo in giù, apparentemente lanciati ma immobili sugli stalli delle nostre tane.
Quasi un'altra vita, parallela, a latere delle nostre esistenze dalle gambe bloccate nella stasi dell'attesa. In attesa di non incontrarci, in attesa di non ammalarci, in attesa degli incontri determinati da altre vite dal collo in su che dagli schermi dl potere ci indicano soluzioni che dobbiamo trovare da soli.
Non respirare, tenere indietro le braccia, fidarsi degli occhi conservare i sorrisi per quando saranno liberi.